Nell’era del digitale sempre più persone trovano convenienza nel preferire le criptovalute al contante stampato in carta. Tra i valori digitali più diffusi troviamo i bitcoin. Questa tipologia di criptovaluta è nata nel 2009 grazie a un anonimo soprannominato Satoshi Nakamoto, che ha ideato tale progetto già un anno prima. I simboli utilizzati per rappresentare i bitcoin sono rappresentati dai codici XBT e BTC.
La distinzione tra la tecnologia e l’unità monetaria sta nella prima lettera. Se infatti la B di Bitcoin è in maiuscolo rappresenta la prima opzione, per la seconda avremo invece la parola che inizia con la minuscola. Tale valore non viene riconosciuto da molti come una vera e propria moneta, bensì un semplice strumento di scambio volatile.
Il valore nel tempo
La valuta volatile, sulla quale puoi trovare molte informazioni su lecriptovalute.org, entra nel mercato per la prima volta il 5 ottobre 2009, corrispondendo al valore di 1309 unità a dollaro. Il 27 novembre 2013 un bitcoin valeva 1000 dollari, fino a raggiungere nel 2017 un cambio di 20.000 dollari a bitcoin.
Dopo questo rapido aumento ci fu un drastico calo di importanza, crollando sotto gli 8000 dollari nel febbraio del 2018, rimanendo intorno ai 6000 fino alla fine dell’anno.
Il 2019 ha segnato un nuovo aumento del valore, partendo dai 3500 dollari di gennaio fino a sfiorare a dicembre gli 11.000.
Utilizzo di chiavi
Durante lo scambio di bitcoin vengono utilizzate due tipologie di chiavi:
- chiave pubblica: rappresenta l’indirizzo su cui si basa uno specifico scambio di valore, tra mittente e destinatario. Essa viene utilizzata per verificare la chiave privata utilizzata;
- chiave privata: fondamentale per l’autenticazione del valore inviato. Essa viene utilizzata da colui che manda il valore volatile per firmarlo, autorizzando solo se stesso a tale pagamento. In caso di smarrimento, il valore ad essa associato diventerà inutilizzabile da chiunque.
Come avviene lo scambio di bitcoin
Bitcoin basa tutte le proprie transazioni sulla rete, tramite la tecnologia peer-to-peer, associata ad un meccanismo di domanda e offerta.
Quando un utente vuole inviare dei bitcoin a un destinatario, essi porteranno con sé la chiave pubblica, passando la loro proprietà dal mittente al destinatario. Prima dell’invio il valore dovrà essere firmato dal mittente tramite l’utilizzo della propria chiave privata. Tale firma sarà valutata dalla rete Bitcoin per valutare l’autenticità del processo.
La gestione del server permette uno scambio di moneta totalmente sicuro e senza presenza di terzi o enti governativi. Nel caso in cui volessero in qualche modo bloccare tali trasferimenti gli occorrerebbero le chiavi di accesso. Il sistema in questo modo risulta assolutamente sicuro e affidabile.
Il database centrale gestisce tutti i nodi su cui avvengono le transazioni, senza la presenza di un ente centrale o di tecnologie finanziarie.
La rete monitora tutti gli scambi di valore, utilizzando la crittografia per creare nuove monete o attribuire la proprietà di un dato valore.
Lo scambio di bitcoin può avvenire tramite utilizzo di dispositivi intelligenti come smartphone o pc, immagazzinandoli in portafogli digitali personali o in banche online adibite specificatamente a questo scopo.
Totale anonimato
Ogni utente può generare un numero illimitato di chiavi pubbliche da utilizzare durante ogni transazione. La scelta migliore è di creare almeno due nuovi indirizzi per scambio. Tale processo permette a ogni cliente il totale anonimato durante lo scambio di bitcoin.
La creazione di nuove chiavi pubbliche è semplice e immediato, sia per il non necessario controllo della rete centrale che per la facilità di calcolo nella creazione di esse.