Il mental coach è una delle figure professionali più richieste negli ultimi anni in tanti ambiti e campi diversi. Quante volte hai sentito di campioni dello sport, manager di successo o personaggi del mondo dello spettacolo che hanno superatocrisi psicologiche o depressione, grazie a questo specialista? E quante persone comuni hanno risolto i loro problemi con una persona di questo tipo al loro fianco? Moltissime e molte altre ancora ne avranno bisogno. Specialmente in tempi di pandemia e crisi economica ed esistenziale globale.
Non tutti però sanno come si diventa mental coach. Cominciamo col dire che non esiste una laurea specifica o un patentino professionale. Sono presenti corsi di laurea affini, corsi di formazione e certificazioni. Ci vuole certamente molta passione ed empatia verso gli altri. Ed esperienza maturata sul campo. Oltre ad una piena consapevolezza di sé stessi e delle proprie potenzialità e capacità.
Per cominciare ad acquisire competenze teoriche, sono consigliati ma non obbligatori, i corsi di laurea in Psicologia o Scienze della Formazione. In aggiunta o in alternativa, proliferano corsi di formazione professionale. Durano 2 anni in media e spesso, in questi percorsi, si entra in contatto con figure già affermate. Che agiscono da mentori per chi vuole intraprendere questa carriera. Inoltre, lezioni e seminari sono accompagnati da un approccio pratico. Proprio perché non basta passare del tempo davanti a dei libri.
La formazione è, quasi sempre, accompagnata dal rilascio di una certificazione. Attestato che garantisce autorevolezza agli occhi dei futuri assistiti e clienti. Ancora meglio se la certificazione riguarda un campo specifico. Infatti, come in ogni posizione lavorativa, la specializzazione aiuta molto a crearsi una nicchia, uno zoccolo duro, un settore al quale rivolgersi.
Dopo aver lavorato sulla teoria, bisognare trovare clienti e fare più esperienza possibile. Si può offrire la propria disponibilità a parenti ed amici, così per mettersi in gioco e testare le proprie capacità. Poi col tempo e molta gavetta, il lavoro aumenterà e se si è bravi e competenti, arriveranno i primi successi e le gratificazioni.
Cosa fa un mental coach
Il mental coach è uno di quei ruoli caratterizzati da grande dinamicità ed elasticità. Al centro della sua attività c’è la crescita e la realizzazione dell’individuo. In campo lavorativo, psicologico o più in generale nel percorso di vita. Lavora sulla mentalità dell’assistito. Sui comportamenti e sulle abitudini quotidiane. In un processo di miglioramento e cambiamento continuo. Che passa attraverso l’interazione e la condivisione di obiettivi da realizzare.
Il mental coach stimola la creatività e la proattività del cliente, adattando le sue strategie alla vicenda e alla situazione specifica che gli viene prospettata. La naturale conseguenza di questo coaching è il pieno raggiungimento del benessere e la diminuzione di stress, ansie o complessi di altro tipo.
Secondo la definizione dell’International Coach Federation (ICF) il coaching è “una partnership con i clienti che attraverso un processo creativo stimola la riflessione ispirandoli a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale ”.
Un esempio affidabile di queste prerogative, nonché membro proprio dell’ICF è quello del mental coach Matteo Rocca. Si tratta di un Business Coach per imprenditori e aziende. Prima di lavorare in questo campo, è stato lui stesso manager e imprenditore per più di 20 anni. Conosce quindi le dinamiche di quel mondo e può essere una guida e una figura di connessione e mediazione.
Nel suo curriculum, vanta due lauree e 2 master. È inoltre associato anche all’ AICP (Associazione Italiana Coach Professionisti) e ha collezionato molti certificati prestigiosi. Tra i suoi servizi di mental coach, possiamo citare: Executive Coaching, Passaggio generazionale, Coaching per organizzare e per vendere, Career Coaching e Stress Coaching.
Gli aspetti che verranno coltivati maggiormente saranno tra gli altri: benessere organizzativo, aumento produttività e potenziamento abilità comunicative e soft skills. Anche il problema dello stress, vissuto sulla sua pelle, viene approfondito in un blog dedicato, per dare consigli e proporre le migliori tecniche per gestirlo e prevenire il burnout.
Ogni assistito avrà a sua disposizione coerenza, determinazione e conoscenza (in continuo aggiornamento). Un affiancamento e un supporto continuo. Non per dare lezioni o giudizi ma per far trovare le soluzioni e le risposte dentro ognuno di loro.
Infine, durante il periodo Covid e non solo, risulta utilissima l’opportunità del suo servizio di coaching online. Un modo per risparmiare tempo e soldi per trasferimenti. Con la comodità di casa propria e l’efficacia di una sessione dal vivo.