Diventare avvocato: la formazione e l’esame di Stato

Diventare avvocato: la formazione e l’esame di Stato

L’avvocato è un professionista che possiede delle specifiche autorizzazioni nel fornire un’assistenza e una consulenza legale. Il suo compito è quello di proteggere i diritti dei propri assistiti. Si tratta di un professionista esperto in diritto e che ha conseguito una specifica abilitazione all’esercizio della professione. Può essere incaricato da cittadini privati, da imprese, da enti. Il suo compito è quello di assicurarsi che vengano applicate le leggi e quello di rappresentare i suoi clienti nell’ambito dei tribunali, supportando gli assistiti davanti ad un giudice per questioni che riguardano sia il diritto privato che quello pubblico. Ma come si diventa avvocati? Qual è la formazione che si deve avere per diventare professionisti di questo genere? Andiamo a fondo nell’argomento.

La formazione per diventare avvocato

Un professionista deve sempre cercare di aumentare il numero dei propri clienti, anche grazie al servizio di Promozione Avvocato, che consente di attirare clienti, aumentare gli appuntamenti e creare un sistema di generazione contatti.

Tutto ciò dopo aver conseguito una specifica formazione attraverso una laurea in giurisprudenza. Quindi la formazione di un avvocato è di tipo universitario e permette di approfondire i vari settori del diritto, quello pubblico, quello privato, quello internazionale. In ogni caso, per esercitare la professione, si deve conseguire la relativa abilitazione.

Dopo aver conseguito la laurea, bisogna iniziare la pratica forense presso uno studio legale di un altro professionista. È essenziale, perché ciò possa avvenire, che il professionista in questione sia iscritto da più di 5 anni all’albo.

Il praticante avvocato dovrà svolgere una pratica forense di 18 mesi e partecipare ad almeno 20 udienze per ogni semestre. È importante, per accertare questa condizione, che la sua presenza sia annotata nel verbale dell’udienza e nel libretto della pratica.

C’è anche un’alternativa, infatti il praticante può iscriversi anche ad una scuola di specializzazione, in modo da ridurre soltanto ad un anno la pratica forense.

Inoltre è molto importante frequentare obbligatoriamente i corsi di formazione e di aggiornamento proprio nel periodo in cui si svolge la pratica forense.

Come si svolge l’esame di abilitazione professionale

Abbiamo parlato di esame di abilitazione professionale. Si tratta di un esame di Stato per conseguire l’abilitazione all’esercizio della professione. L’esame si affronta dopo aver terminato la pratica forense.

Di solito vengono sostenute tre prove scritte e una orale. Le prove scritte consistono nel redigere due pareri legali in argomenti più vari che riguardano sia il codice civile che quello penale.

Inoltre si deve redigere un atto giudiziario su un quesito a scelta tra le tre tracce proposte. La prova orale consiste nel sostenere un colloquio di circa un’ora davanti ad una commissione composta da giuristi, avvocati, magistrati e professori universitari.

Durante la prova orale si discuterà di ciò che si è scritto e si risponderà ad alcune domande su cinque materie. A questo punto, dopo aver superato l’esame di Stato, bisogna iscriversi all’albo presso l’ordine di appartenenza.

Questa iscrizione prevede anche il giuramento dell’avvocato. È obbligatorio anche iscriversi alla cassa forense, una cassa previdenziale che vale per tutti i professionisti del settore.