Confrontare i dati del rapporto tra laurea e occupazione è utile per capire quanto sia importante il conseguimento del titolo e quali sono le facoltà che hanno una maggiore percentuale di inserimento lavorativo. Questi aspetti aiutano nella scelta del percorso universitario, che oscilla sempre tra il seguire quello che piace e il tentare una specializzazione che permette di trovare subito un lavoro. C’è anche da dire che il mercato cambia in continuazione e quindi nei prossimi anni gli scenari potrebbero essere diversi. Ci sono però alcuni settori che garantiscono sempre un’ottimo livello occupazionale e rappresentano un’opzione sicuramente più rassicurante. Secondo l’indagine eseguita dal Boston Consulting Group, da qui al 2025, 9 lavori su 10 saranno nel tech, anche se per arrivare ai vertici delle grandi aziende le donne faticano ancora, soprattutto in questo ambito. Bisognerà puntare su modelli di lavoro flessibili, basati sull’utilizzo di nuove tecnologie, e su professioni gestibili da remoto, per invertire la rotta e limitare il gender gap.
Le lauree in ambito tecnologico sono tantissime e ci si può specializzare in diverse discipline: dall’informatica alla robotica, dall’analisi dati ai processi di automazione.
Scopriamo nel dettaglio gli ultimi dati aggiornati per comprendere ancora meglio quale corso di laurea scegliere.
La laurea è importante per trovare lavoro
L’ultimo rapporto Almalaurea conferma un dato che si riscontra da tempo: possedere una laurea favorisce l’inserimento lavorativo.
Nel 2021 dai dati Istat il 65,2% delle persone con il diploma è occupato, mentre secondo Almalaurea i laureati tra i 20 e i 64 anni con un’occupazione rappresentano il 79,2%.
Ad un anno dal conseguimento del titolo triennale il 74,5% dichiara di essere occupato e con il titolo magistrale il 74,6%. Si registra un aumento del tasso di occupazione del 2,9% per i laureati del secondo livello e dello 0,4% per quelli di primo livello.
A cinque anni dal conseguimento del titolo il tasso di occupazione raggiunge l’89,6% per i laureati triennali e l’88,5% per i laureati magistrali. Come per i laureati ad un anno dal titolo, anche dopo cinque anni si registra un aumento, con lo 0,9% per i laureati di primo livello e l’1,7% per i laureati di secondo livello.
La laurea permette di guadagnare di più
La laurea conta anche per lo stipendio mensile. Sempre secondo AlmaLaurea, ad un anno dal titolo, la retribuzione netta mensile è di 1.340€ al mese di media per i laureati di primo livello e di 1.407€ al mese per i laureati di secondo livello, con un aumento del 9,1% per i laureati alla triennale e il 7,7% per i laureati alla magistrale.
In una posizione di entry level, un diplomato, secondo i dati 2021 di Job Pricing guadagna il 34% in meno. A cinque anni dalla laure al retribuzione mensile netta sale a 1.554€ per i laureati di pirmo livello e 1.635€ per i laureati di secondo livello.
I corsi di laurea con il più alto tasso di occupazione
Per quanto riguarda i corsi di laurea, il tasso di occupazione superiore al 90% lo fanno registrare le lauree in informatica, tecnologia e ingegneria, il gruppo economico e le lauree in ambito sanitario.
Per la maggior parte di queste facoltà si può valutare anche l’offerta di corsi di laurea disponibili online che vengono promossi dalle Università telematiche, come Unicusano, che permettono di seguire le lezioni a distanza, ottimizzando i costi per l’università.