La produzione industriale in Italia continua a mostrare segni di cedimento. I dati relativi al mese di settembre evidenziano una contrazione dello 0,4%, un valore leggermente migliore rispetto alla media del trimestre che si attesta al -0,6%, ma comunque negativo. A incidere sono ancora le conseguenze della riduzione dei costi energetici, ma le due crisi industriali in corso, riguardanti il settore del lusso e le automotive, stanno pesando in modo significativo sull’economia italiana.
Il calo sostenuto in settori chiave: automotive e tessile in difficoltà
Nel mese di settembre, il settore dei trasporti ha registrato una riduzione del 15,4%, in gran parte legata alle sfide del comparto automotive dovute alla transizione verso l’energia pulita. Anche l’industria tessile ha subito un duro colpo, con una contrazione del 10,7%, attribuibile alla crisi del lusso.
L’Istat ha pubblicato i dati relativi alla produzione industriale di settembre 2024, che confermano un trend di diminuzione che prosegue ininterrottamente dal primo trimestre del 2023. Anche l’andamento trimestrale è negativo, con una contrazione dello 0,6% tra il secondo e il terzo trimestre.
Su base annua, la produzione industriale ha subito un calo del 4% negli ultimi dodici mesi, coinvolgendo la maggior parte dei settori economici. Tra i più colpiti troviamo i beni strumentali (-5,1%) e quelli intermedi (-4%), entrambi fortemente legati alle crisi che interessano automotive e lusso. Anche i beni di consumo hanno visto una riduzione (-3,5%), mentre la produzione di energia ha contenuto le perdite all’1,6%.
Nonostante questo quadro generale di difficoltà, alcuni settori hanno mostrato segnali di ripresa. La produzione di apparecchiature elettriche ha registrato una crescita significativa, raggiungendo un incremento di quasi il 6%, il miglior risultato a livello nazionale. Anche il settore dei computer e dei prodotti elettronici, dopo un lungo periodo di difficoltà causato dalla pandemia, ha segnato una ripresa dell’1,9%. Pure l’attività estrattiva, sebbene rappresenti una parte marginale dell’economia, ha registrato un aumento dell’1,8%.
Le crisi che stanno condizionando la produzione
Le difficoltà della produzione industriale italiana possono essere ricondotte principalmente a due crisi settoriali: quella del settore automotive e quella del lusso. Entrambi i comparti rappresentano pilastri importanti per l’economia nazionale, e le sfide attuali derivano sia da questioni globali sia da cambiamenti all’interno dei loro mercati di riferimento, che le aziende italiane stanno faticando ad affrontare.
Nel settore automotive, la crisi che sta colpendo Stellantis sta avendo ripercussioni significative sugli stabilimenti italiani. La multinazionale, che include la maggior parte dei marchi storici dell’ex gruppo Fiat, produce gran parte del valore industriale dell’automobile in Italia.
A settembre, però, le immatricolazioni sono crollate a 29mila veicoli, con una riduzione del 33% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La transizione verso l’energia elettrica e l’aumento dei costi associati stanno contribuendo a una situazione di difficoltà per l’intero comparto automobilistico.
Anche il lusso non è immune da problemi, con le tensioni internazionali che stanno influenzando pesantemente il settore. Il deterioramento dei rapporti tra alcuni paesi e l’Occidente, unito al rallentamento delle loro economie, ha ridotto drasticamente le esportazioni, con pesanti conseguenze sui distretti produttivi italiani.